Un evento raro che accende l’entusiasmo degli ambientalisti
Il cielo sopra Rovigo, nella tranquilla mattina del 27 luglio, si è trasformato in palcoscenico di un evento che ha il sapore dell’eccezionalità. Due esemplari di ibis eremita, noti come Eldur e Micah, hanno solcato l’aria limpida del Polesine durante il loro volo migratorio, lasciando a bocca aperta residenti e appassionati di ornitologia. L’avvistamento, segnalato e documentato da alcuni fotografi locali, è stato confermato dal WWF Veneto e inserito in tempo reale nei database europei di monitoraggio avifaunistico.
Eldur e Micah non sono due uccelli qualsiasi: fanno parte del progetto internazionale Waldrappteam, che mira a reintrodurre questa specie in via di estinzione nel loro habitat storico europeo. La loro presenza a Rovigo rappresenta un segnale importante: le rotte migratorie ricostruite artificialmente si stanno consolidando, e il corridoio adriatico si conferma cruciale per il successo della reintroduzione.
Un simbolo di speranza per la conservazione
L’ibis eremita, con il suo piumaggio nero-viola, il lungo becco ricurvo e la tipica cresta sulla nuca, è un simbolo di resilienza e rinascita. Estinto in Europa da secoli a causa della caccia, della distruzione dell’habitat e dei cambiamenti climatici, questo uccello migratore ha trovato nuova vita grazie a progetti scientifici d’avanguardia. I due esemplari avvistati a Rovigo provengono da un gruppo cresciuto in semi-libertà in Austria e Germania, e sono stati addestrati a volare verso sud seguendo il deltaplano dei loro “genitori adottivi” umani.
L’emozione dell’avvistamento si è diffusa rapidamente tra le associazioni ambientaliste locali. “È un premio inaspettato per chi si impegna quotidianamente nella tutela del nostro territorio”, ha dichiarato Paolo Zanon, referente di WWF Rovigo, che ha assistito all’evento insieme a un gruppo di volontari. “Vedere un ibis eremita sopra i cieli polesani significa che la natura, se rispettata, sa come ritornare”, ha aggiunto Zanon, visibilmente commosso.
Rovigo si conferma tappa strategica del corridoio migratorio
Il Delta del Po e le zone umide del Polesine offrono condizioni ideali per l’alimentazione e il riposo degli uccelli migratori. Con un ecosistema variegato fatto di lagune, canneti e campi coltivati, questo territorio rappresenta uno dei pochi corridoi naturali ancora attivi lungo la costa adriatica. Negli ultimi anni, i ricercatori hanno segnalato un incremento costante di specie rare in transito: dal falco pescatore al mignattaio, dalla spatola bianca all’airone rosso.
L’arrivo di Eldur e Micah non è un caso isolato. Il Waldrappteam, con il supporto della Fondazione Europea per la Natura, ha tracciato nuove rotte migratorie che includono il nord Italia come passaggio obbligato per raggiungere le aree invernali situate tra la Toscana e la Maremma laziale. In questo scenario, Rovigo assume un ruolo chiave come punto di sosta e osservazione.
“Il Polesine potrebbe diventare un laboratorio a cielo aperto per lo studio delle migrazioni e la sensibilizzazione delle comunità locali”, ha spiegato Elisa Perin, biologa e coordinatrice regionale per il censimento ornitologico. “Ma serve impegno concreto: proteggere le zone umide, regolamentare la caccia e investire in educazione ambientale”.
Educazione, sensibilizzazione e futuro della biodiversità
L’inaspettato volo dei due ibis ha stimolato un rinnovato interesse anche tra i più giovani. In numerose scuole di Rovigo e dintorni, gli insegnanti hanno colto l’occasione per affrontare in classe i temi della biodiversità, della migrazione e del cambiamento climatico. Alcuni istituti hanno proposto di organizzare visite guidate nelle oasi naturali del territorio, coinvolgendo studenti e famiglie in attività di birdwatching.
Il Comune di Rovigo, attraverso l’assessorato all’ambiente guidato da Luca Zanetti, ha espresso la volontà di valorizzare ulteriormente le aree verdi e di collaborare con le associazioni per promuovere eventi educativi e scientifici. “Questi avvistamenti ci ricordano che la biodiversità è un bene comune e che ogni gesto di rispetto verso l’ambiente può generare risultati sorprendenti”, ha dichiarato Zanetti in una nota ufficiale.
Un futuro che spicca il volo
Il passaggio di Eldur e Micah ha lasciato qualcosa di più di una semplice fotografia. Ha acceso un riflettore su un territorio spesso dimenticato dai circuiti principali, ma ricco di valore ecologico. Ha rafforzato legami tra scienza, cittadini e istituzioni. Ha mostrato che, anche in un’epoca di crisi ambientale globale, la natura sa sorprenderci quando meno ce lo aspettiamo.
Ora resta da vedere se questo entusiasmo si tradurrà in progetti duraturi, finanziamenti strutturali e un vero cambio di prospettiva. Perché, come ha ricordato Zanon, “non basta festeggiare un avvistamento se non si agisce per renderlo possibile anche domani”.
“Il volo dell’ibis ci ricorda che ogni ritorno è possibile, se sappiamo aprire le ali al futuro”.
A cura di Nora Taylor
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