venerdì, 28 Novembre, 2025

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Addio a Pippo Baudo, simbolo della televisione italiana

L’uomo che ha fatto sognare intere generazioni trasformando il piccolo schermo in arte

Da Nora Taylor
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È morto Pippo Baudo. Una frase che segna la fine di un’epoca, l’ultimo sipario calato su colui che più di ogni altro ha incarnato il volto, la voce e l’anima della televisione italiana. A 89 anni si è spento il presentatore per antonomasia, l’uomo che per oltre mezzo secolo ha dettato i tempi dello spettacolo televisivo, un regista invisibile delle emozioni di milioni di spettatori.

La carriera di un gigante della tv

Perché Pippo Baudo non è stato solo il conduttore di tredici Festival di Sanremo, di Canzonissima, di Fantastico e di Domenica In, ma il simbolo stesso di una televisione che sapeva unire, emozionare e sorprendere. Nato a Militello in Val di Catania, Giuseppe Baudo, questo il suo nome di battesimo, aveva studiato legge, ma il destino lo portò altrove, verso lo spettacolo. Arrivò a Roma giovane e ambizioso, e la sua lunga avventura sul piccolo schermo cominciò negli anni Sessanta, quando divenne uno dei volti più riconoscibili della Rai.

Da allora, la sua carriera si intrecciò con la storia del Paese: dalla nascita dei grandi show del sabato sera alla consacrazione di Sanremo come rito collettivo, Pippo ha sempre rappresentato un punto fermo, un pilastro, una certezza. La sua voce scandiva l’attesa, i suoi gesti misurati davano ritmo e autorità a un’arte che sembrava facile solo perché lui la rendeva tale.

Il talento dietro le quinte

Non fu solo conduttore ma talent scout, e dietro la leggenda del “l’ho inventata io” c’è la verità di carriere lanciate e sostenute con generosità. Da Lorella Cuccarini a Heather Parisi, da Giorgia a Laura Pausini, da Michelle Hunziker a Barbara d’Urso, passando per Al Bano e tanti altri, la lista è lunga e testimonia l’occhio attento di chi sapeva vedere oltre il presente.

La sua vita privata, talvolta al centro delle cronache, racconta passioni forti come quella con Katia Ricciarelli, sua moglie per quasi vent’anni, ma anche una riservatezza che lo ha accompagnato sino alla fine.

I tributi del mondo dello spettacolo e della politica

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La notizia della sua morte ha scosso profondamente il mondo dello spettacolo e non solo. L’ex moglie Katia Ricciarelli, visibilmente provata, ha confessato di non poter dimenticare i diciotto anni passati insieme. Mara Venier, con la voce rotta dal pianto, ha parlato di un dolore devastante e di un pezzo di vita andato via con lui. Antonella Clerici lo ha salutato con un commosso “immenso, inarrivabile”, mentre Luciana Littizzetto lo ha definito un uomo gentile, capace di aprire strade e alleggerire il mondo.

Renzo Arbore lo ha ricordato come il volto autentico della Rai artistica, quella che cercava di essere cultura oltre che intrattenimento. Al Bano, emozionato, ha detto che Pippo è stato tutto per lui, il suo vero trampolino verso la storia della musica italiana. Barbara d’Urso ha raccontato con ironia e malinconia che fu proprio lui a “inventarla”, dandole spazio e fiducia a soli ventidue anni. Sabrina Ferilli ha confessato un debito di gratitudine profonda, mentre Giorgia ha scritto parole vibranti, parlando di un affetto reciproco e di un contributo indelebile alla cultura del Paese.

Dal mondo politico è arrivato il tributo bipartisan: la premier Giorgia Meloni ha ringraziato Baudo per aver regalato momenti indimenticabili, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso dolore per la scomparsa di un protagonista che seppe interpretare i sogni e i gusti degli italiani con garbo, professionalità e cultura.

L’eredità di Pippo Baudo

È difficile oggi immaginare la televisione senza Pippo Baudo, perché lui non era soltanto dentro la tv, lui era la tv. La sua figura rimane scolpita nella memoria collettiva, come simbolo di un’Italia che attraverso il piccolo schermo trovava unità e identità. E mentre il Paese lo saluta commosso, resta l’eco di una frase che più di tutte lo rappresenta: “L’ho inventata io”. Una battuta che era ironia ma anche verità, perché Pippo Baudo ha davvero inventato un modo unico di fare spettacolo.

Oggi l’applauso finale si leva da un intero Paese, e il sipario cala su un gigante che ha insegnato a tutti noi che la tv, quando è arte, può diventare poesia.

A cura di Katya Malagnini
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