L’ultimo saluto nella città del Santo
Oltre cinquemila cittadini si sono radunati, dentro e fuori la maestosa Basilica di Santa Giustina a Padova, per onorare la memoria dei tre carabinieri Valerio Da Prà, Davide Bernardello e Marco Pifferi, vittime dell’esplosione avvenuta a Castel d’Azzano, in provincia di Verona. Le loro bare, avvolte dal tricolore, hanno attraversato una folla silenziosa e composta, che ha voluto testimoniare con un applauso la gratitudine verso chi ha sacrificato la propria vita per servire la comunità e la patria.
Le istituzioni unite nel dolore
La cerimonia, solenne e toccante, è stata celebrata da monsignor Gianfranco Saba, ordinario militare per l’Italia, insieme al vescovo di Padova Claudio Cipolla, al vescovo di Verona Domenico Pompili e all’abate di Santa Giustina don Giulio Pandoni.
Per la prima volta nella Città del Santo si sono riunite tutte le più alte cariche dello Stato: il presidente Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, i presidenti del Senato Ignazio La Russa e della Camera Lorenzo Fontana, i ministri Antonio Tajani, Guido Crosetto, Matteo Salvini, Matteo Piantedosi, Carlo Nordio, Andrea Abodi, Eugenia Roccella, Orazio Schillaci e Anna Maria Bernini.
Presente anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, accanto al presidente del Veneto Luca Zaia e al sindaco di Padova Sergio Giordani, che hanno accolto con commozione il Capo dello Stato.
Il silenzio della folla e la forza dell’Arma
Nel grande Prato della Valle, una moltitudine di persone ha atteso in religioso silenzio l’arrivo delle autorità. Il comandante generale dei Carabinieri Salvatore Luongo ha accompagnato i colleghi feriti durante l’esplosione, ancora segnati da bende e fasciature. L’emozione ha pervaso l’intera piazza quando i tre feretri, coperti dal vessillo nazionale, hanno lasciato la basilica tra gli applausi e le lacrime di chi li conosceva o ne ammirava il coraggio.
Le parole che rimarranno nella memoria
Durante l’omelia, monsignor Saba ha pronunciato parole intense e cariche di significato:
“La vittoria sul mondo e sul male è anche l’amore di chi serve la patria – ha detto – garantendo la giustizia, il bene comune e la stabilità delle istituzioni preposte a custodire nell’ordine e nell’armonia la comunità umana.”
Al termine della funzione, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ricordato i tre militari con un discorso vibrante:
“I nostri nomi, il mio e quello del Presidente, sono scritti sulla sabbia della memoria delle persone care e destinati a scomparire nel tempo; il nome dei giusti no, il nome di chi muore per la patria resta inciso nella roccia della memoria della Repubblica. Le forze armate custodiscono quel ricordo, lo proteggono e lo onorano ogni giorno.”
Infine, il generale dell’Arma Salvatore Luongo, con voce rotta dall’emozione, ha aggiunto:
“Questo momento ha toccato il cuore di tutti gli italiani. Abbiamo perso tre uomini straordinari che hanno adempiuto al loro dovere in modo esemplare, senza esitazione e con profondo senso di responsabilità.”
Un’intera nazione si è stretta intorno alle famiglie, riconoscendo nei tre carabinieri il simbolo più puro del servizio e del sacrificio.
A cura di Paolo Braghetto
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