venerdì, 28 Novembre, 2025

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Campagna elettorale veneta in fibrillazione: due mosse a sorpresa scuotono la scena

Con la candidatura‑capolista di Luca Zaia e la corsa civica di Fabio Bui la politica del Veneto entra in una fase decisiva e altamente competitiva

Da Jano Parrino
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fabio bui ph web

Il colpo di scena di Zaia

Alla vigilia delle elezioni regionali, che si terranno nella regione veneta il 23 e 24 novembre 2025, la scena politica ha registrato un doppio annuncio che ridisegna gli equilibri. Il presidente uscente Luca Zaia, da quasi un decennio protagonista della scena regionale, ha dichiarato: «Mi candido capolista in tutte le province».
La scelta appare come una mossa strategica per rafforzare la propria presenza, consolidare la propria visibilità e contrastare eventuali veti interni al partito. Zaia ha spiegato di aver percepito blocchi e opposizioni all’interno della propria coalizione: «Posso capire tutto ma non i veti», ha detto dal palco di Padova, aggiungendo: «Se sono un problema, cercherò di diventare un problema reale».
Questa candidatura multipla in tutte le province del Veneto rappresenta qualcosa di più di un semplice annuncio: è un atto politico che segnala ambizione, visibilità e volontà di leadership estesa. La mossa potrebbe influenzare non solo la campagna elettorale ma anche l’assetto interno del partito e della coalizione di centrodestra, spostando l’attenzione su Zaia come figura centrale per il dopo‑mandato.

Il profilo di Fabio Bui e la corsa da outsider

Parallelamente, la corsa per la presidenza regionale vede l’emergere della candidatura di Fabio Bui, esponente civico proveniente dalla provincia di Padova. Bui si presenta come outsider in questa tornata elettorale, puntando sul tema dell’autonomia regionale: «Il Veneto è stanco di chiedere permessi a Roma per gestire la propria casa».
Con un passato da amministratore locale — vicesindaco e sindaco di Loreggia — e un profilo politico centrista‑civico, Bui tenta di intercettare un elettorato trasversale, stanco dei tradizionali schieramenti e interessato a nuovi modelli di governance. La sua lista, denominata “Popolari per il Veneto”, punta a superare la soglia di sbarramento del 3% per accedere al Consiglio regionale. L’obiettivo appare ambizioso, considerando le forze in campo, ma la strategia è chiara: proporre un’alternativa al centrodestra tradizionale puntando sull’autonomia e sulla discontinuità.

Le implicazioni sul tessuto politico veneto

Queste due mosse configurano un quadro elettorale assai teso e dinamico. Per la coalizione di centrodestra, la candidatura estesa di Zaia rappresenta un rafforzamento della leadership e del simbolo; tuttavia, potrebbe generare reazioni interne e alimentare tensioni fra componenti del partito e alleati. Le province venete diventano così palcoscenico di una campagna che assume carattere regionale e provinciale contemporaneamente.
Dall’altro lato, l’ingresso di Bui porta freschezza e dinamismo: propone una rivisitazione del patto politico‑territoriale, sfidando la logica della riconferma e puntando al rinnovamento. Il suo richiamo all’autonomia e al ruolo del territorio potrebbe risuonare, specie fra quegli elettori che percepiscono un divario fra servizi locali e decisioni centrali.
In questo contesto, la competizione per la Presidenza della Regione Veneto si avvia a diventare una sorta di duello simbolico: da una parte l’icona uscente che vuole estendere la propria impronta, dall’altra un candidato “fuori dagli schemi” che aspira a rompere il monopolio delle tradizioni politiche regionali.

Quali possibili scenari per la campagna e il voto

La campagna elettorale in Veneto assume ora alcune caratteristiche chiave. Innanzitutto, il tema dell’autonomia torna centrale: Zaia, forte della sua esperienza, e Bui, con il suo slogan “il Veneto decide”, concentrano le loro energie nel ribadire autonomia decisionale, controllo delle risorse e protagonismo territoriale. Il messaggio si rivolge tanto ai militanti quanto agli elettori più indipendenti.
In secondo luogo, il ruolo delle province assume nuovo rilievo: con Zaia capolista ovunque, ogni provincia diventa un campo di battaglia elettorale diretto, non solo una circoscrizione. Le ripercussioni locali (territoriali, economiche, sociali) saranno decisive per ottenere consenso.
Infine, la presenza di un candidato come Bui introduce una componente di scommessa politica: se riuscisse a superare la soglia di accesso e ottenere seggi, potrebbe agire da ago della bilancia e dare nuovo impulso all’agenda regionale. Anche in caso contrario, la sua campagna potrebbe influenzare il dibattito, spingendo gli altri candidati a confrontarsi su temi specifici, come la sanità territoriale, le infrastrutture e il coinvolgimento dei cittadini.
Nei prossimi giorni, sarà importante osservare come si articolano i programmi ufficiali, se emergono alleanze o rotture interne, e come reagiscono gli elettori nelle province venete. La posta in gioco è alta: non si tratta solo di un’elezione regionale, ma di un passaggio che può ridefinire la geografia politico‑istituzionale del Veneto per i prossimi anni.

A cura di Jano Parrino
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