Le attuali condizioni e l’affetto dei familiari
Emilio Fede, figura storica della televisione italiana e per lunghi anni direttore del Tg4, combatte in questi giorni contro una malattia che ne ha minato gravemente il fisico. All’età di novantaquattro anni, i medici della residenza San Felice di Segrate, vicino a Milano, lo seguono con attenzione costante. Le figlie Sveva e Simona non si allontanano dal suo fianco e lo accompagnano in questo periodo di grande fragilità.
Sveva Fede, parlando ai cronisti, ha usato parole piene di emozione: “Papà si trova in condizioni molto serie, purtroppo. Continua a combattere come un leone. È davvero un guerriero”. Anche la sorella Simona ha ribadito lo stesso pensiero, ricordando la forza e la volontà che da sempre contraddistinguono il carattere del padre. La famiglia, pur condividendo qualche informazione, ha chiesto riservatezza e rispetto per vivere questi giorni con serenità e senza invadenze.
La lunga esperienza nel mondo dell’informazione
La carriera di Emilio Fede attraversa oltre mezzo secolo di storia della televisione italiana. Nato a Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, il giornalista cominciò come inviato e poi come conduttore in Rai. Negli anni Settanta assunse la guida del Tg1, un incarico che gli garantì enorme visibilità e lo consacrò tra i volti più noti del panorama giornalistico nazionale.
Negli anni Novanta si trasferì al gruppo Fininvest, di proprietà di Silvio Berlusconi, e diede vita a Studio Aperto, il telegiornale di Italia 1. Poco dopo prese la direzione del Tg4, che condusse per due decenni, raggiungendo il record di longevità alla guida di un notiziario italiano. Lo stile diretto, il linguaggio spesso schierato e l’atteggiamento combattivo gli procurarono consensi ma anche molte critiche. Alcuni lo considerarono un punto di riferimento per la sua chiarezza, altri invece lo accusarono di eccessiva vicinanza al mondo politico di Berlusconi.
I legami con Berlusconi e i problemi giudiziari

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Il nome di Emilio Fede rimane inevitabilmente intrecciato a quello di Silvio Berlusconi. Per tutta la carriera il giornalista difese con determinazione l’ex presidente del Consiglio, spesso anche nei momenti di maggiore difficoltà politica e giudiziaria. Questa lealtà gli garantì riconoscenza ma lo rese anche bersaglio di polemiche accese, di parodie televisive e di un dibattito continuo sulla sua indipendenza professionale.
Negli ultimi anni arrivarono anche condanne e procedimenti giudiziari, in particolare quello legato al cosiddetto caso Ruby. I tribunali lo ritennero colpevole di favoreggiamento della prostituzione e, data l’età avanzata, Fede scontò la pena in regime di arresti domiciliari. Nonostante tutto, il giornalista rivendicò con orgoglio il proprio percorso, dichiarando più volte di aver dato un contributo significativo alla storia della televisione e del giornalismo italiano.
Il ricordo e il giudizio sul suo percorso
Oggi, mentre le sue condizioni di salute suscitano preoccupazione, colleghi, amici e critici riflettono sul ruolo che Emilio Fede ha avuto nella televisione italiana. La sua storia professionale unisce successi, polemiche, scelte coraggiose e vicende controverse. Nel bene e nel male, rappresenta un’epoca del giornalismo televisivo caratterizzata da forte schieramento politico e da un legame strettissimo tra informazione e potere.
La presenza costante delle figlie Sveva e Simona accanto al padre dimostra il valore affettivo che supera la dimensione pubblica. Questo momento di difficoltà restituisce un’immagine più intima, lontana dalle luci dei riflettori e dalle battaglie mediatiche. L’opinione pubblica resta in attesa di ulteriori sviluppi, osservando con attenzione la sorte di uno dei protagonisti più discussi e longevi della televisione italiana.
A cura di Nora Taylor
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