Il Friuli Venezia Giulia affronta un’emergenza drammatica a causa di un’ondata di maltempo che, nelle ultime ore, riversa quantità straordinarie di pioggia, raffiche di vento violente e fiumi che esondano, mettendo a rischio intere comunità. Le precipitazioni concentrate soprattutto nell’area orientale della regione fanno innalzare pericolosamente il fiume Torre, mettono in difficoltà edifici a Cormons e obbligano centinaia di cittadini a lasciare rapidamente le proprie abitazioni per mettersi al sicuro.
Le squadre dei vigili del fuoco e della Protezione Civile coordinano incessantemente soccorsi e interventi per salvaguardare la popolazione e garantire assistenza continua.
Situazione critica e operazioni di soccorso
Secondo il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, le forti precipitazioni colpiscono comunità come Palmanova, Trivignano Udinese e Manzano, dove i soccorritori aiutano automobilisti rimasti intrappolati e famiglie circondate dall’acqua.
Nel Goriziano, la frazione di Brazzano di Cormons subisce uno smottamento che travolge un edificio; i soccorritori salvano una persona, mentre altre due risultano disperse.
A Romans d’Isonzo, le piene del fiume Torre costringono molte famiglie a salire sui tetti delle abitazioni per trovare sicurezza.
Nella frazione di Versa circa 300 persone abbandonano le proprie case, mentre squadre aggiuntive provenienti da Veneto ed Emilia-Romagna potenziano le operazioni con pompe e mezzi speciali per liberare strade, scantinati e abitazioni sommerse.
Allerta massima e strategie delle autorità
La Protezione Civile nazionale conferma un’allerta arancione diffusa in gran parte della regione, mentre le autorità locali proclamano lo stato di emergenza per coordinare interventi rapidi e mettere in sicurezza le comunità vulnerabili.
L’assessore regionale alla Protezione Civile, Riccardo Riccardi, ribadisce che “la priorità ora riguarda le persone”, sottolineando la necessità di ritrovare i dispersi a Cormons e sostenere gli sfollati a Versa.
Palestre e centri comunali accolgono gli evacuati, fornendo brandine, coperte, pasti caldi e supporto logistico, con l’aiuto fondamentale dei volontari dell’Ana.
Le previsioni meteorologiche indicano una breve tregua, ma un nuovo fronte freddo proveniente dall’Austria potrebbe portare ulteriori piogge intense, venti impetuosi e neve a quote alpine più basse.
Danni estesi a coltivazioni e territorio
Il maltempo provoca perdite gravissime all’agricoltura, con oltre 1.000 ettari di terreni coltivati allagati nel Goriziano secondo Coldiretti.
Campi di cereali, ortaggi e strutture agricole subiscono danni ingenti. L’associazione segnala come il consumo eccessivo di suolo e l’espansione urbana incontrollata aumentino il rischio idrogeologico, mettendo a rischio la sicurezza delle comunità.
Il bilancio reale emergerà soltanto quando le acque si ritireranno, consentendo di valutare con precisione l’entità dei danni e delle perdite materiali.
Sfide immediate e prospettive future
Le operazioni di soccorso continuano incessantemente mentre le famiglie evacuate affrontano ore di incertezza e preoccupazione. Le autorità devono gestire l’emergenza immediata e contemporaneamente pianificare interventi di ricostruzione e recupero dei territori colpiti.
L’evento rappresenta un chiaro monito: fenomeni meteorologici estremi diventano sempre più frequenti e richiedono infrastrutture resilienti, strategie di prevenzione efficaci e una gestione organizzata del territorio.
Le comunità locali dimostrano grande solidarietà, ma il ritorno alla normalità richiederà tempo, risorse consistenti e un coordinamento preciso di tutte le istituzioni coinvolte.
A cura di Nora Taylor
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