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Verona accelera sulla filovia: cantieri attivi da Est a Ovest

I lavori si concentrano tra San Michele e Santa Teresa, con l’obiettivo di completare l’intera rete entro l’inizio del 2026, in tempo per le Olimpiadi invernali. Il progetto mira a rivoluzionare il trasporto urbano, riducendo traffico e inquinamento

Da Nora Taylor
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filovia verona

Verona compie un passo decisivo verso una mobilità più sostenibile. Dopo anni di discussioni, rinvii e modifiche al progetto, la filovia prende finalmente forma. I cantieri tra San Michele Extra e Santa Teresa, le due estremità Est e Sud della città, sono operativi da alcune settimane, e le ruspe lavorano senza sosta per rispettare la tabella di marcia.

L’amministrazione comunale, guidata da Damiano Tommasi, punta a completare l’opera entro i primi mesi del 2026, una scadenza cruciale in vista delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina, che vedranno Verona coinvolta come snodo logistico e crocevia ferroviario. La nuova filovia promette di collegare i principali quartieri cittadini con un sistema di trasporto elettrico moderno, silenzioso e a basso impatto ambientale.

Come ha spiegato Tommasi in conferenza stampa, “questo progetto è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei veronesi e per rendere la città più attrattiva per residenti, pendolari e turisti”. L’investimento, che supera i 200 milioni di euro, rappresenta una delle più imponenti trasformazioni infrastrutturali dell’ultimo decennio.

Le caratteristiche del nuovo sistema filoviario

Il tracciato previsto per la filovia si estende per circa 24 chilometri, attraversando alcuni dei principali quartieri cittadini: San Michele, Borgo Venezia, Veronetta, il centro storico, Borgo Roma, Fiera, e Santa Teresa. I lavori in corso riguardano non solo la posa delle linee e l’adeguamento della sede stradale, ma anche l’installazione delle nuove pensiline, la riorganizzazione dei sensi di marcia, e la realizzazione delle opere accessorie come sottopassi e spartitraffico.

I filobus impiegati saranno a trazione totalmente elettrica, con alimentazione sia tramite rete aerea che con sistemi di accumulo energetico, per garantire flessibilità e continuità in caso di interruzioni. Ogni mezzo potrà ospitare oltre 120 passeggeri e offrirà un servizio ad alta frequenza, con corse ogni 5–7 minuti nelle ore di punta.

AMT3, l’azienda municipale dei trasporti, coordina i lavori insieme al consorzio di imprese che si è aggiudicato l’appalto. “Non si tratta solo di un’opera di trasporto”, ha dichiarato l’amministratore delegato di AMT3, Stefano Zaninelli, “ma di un cambiamento culturale che ci spinge a ripensare il modo in cui viviamo e ci spostiamo in città”.

I benefici per traffico e ambiente

Uno degli obiettivi principali del progetto riguarda la riduzione dell’utilizzo delle auto private. Secondo le stime del Comune, la filovia potrebbe togliere dalle strade circa 15.000 veicoli al giorno, decongestionando i punti più critici della città, come viale Venezia, corso Porta Nuova e via dell’Autiere.

L’abbattimento delle emissioni nocive rappresenta un altro traguardo significativo: si prevede una riduzione annua di oltre 2.000 tonnellate di CO₂, grazie alla sostituzione di autobus diesel e alla maggiore efficienza del nuovo sistema. Anche l’inquinamento acustico ne beneficerà, poiché i filobus avranno motori quasi silenziosi, a vantaggio dei quartieri più densamente abitati.

In parallelo, l’amministrazione sta pianificando interventi di riqualificazione urbana lungo il tracciato, come la creazione di nuove aree verdi, piste ciclabili e marciapiedi più ampi. Questi interventi mirano a restituire spazi vivibili ai cittadini, favorendo una mobilità dolce e inclusiva.

Le sfide ancora aperte

Nonostante l’entusiasmo, i cantieri non sono privi di criticità. Alcuni commercianti, soprattutto nella zona di Borgo Venezia, lamentano cali di clientela dovuti alla chiusura temporanea di strade e alla riduzione dei parcheggi. “Abbiamo perso il 30% degli incassi negli ultimi due mesi”, racconta Lucia Peretti, titolare di una libreria storica in via Zeviani, “e temiamo che la situazione peggiori durante i lavori estivi”.

Anche alcuni residenti esprimono preoccupazione per i disagi legati a polvere, rumori e deviazioni del traffico. Tuttavia, l’amministrazione ha promesso maggiori comunicazioni e un dialogo costante con cittadini e categorie economiche, attraverso tavoli di confronto settimanali.

Infine, resta la questione dei tempi: la scadenza del 2026 è ambiziosa e non tollera ulteriori ritardi. L’esperienza di altri grandi cantieri italiani insegna che il rispetto dei tempi dipende da una programmazione rigorosa e da una gestione trasparente.

“Vogliamo che la filovia diventi un simbolo di efficienza e modernità”, ha concluso Tommasi, “e che rappresenti l’inizio di una nuova stagione per la mobilità veronese”.

A cura di Nora Taylor
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